La vendita a distanza e per corrispondenza dei prodotti alimentari non è una novità, da sempre acquistiamo cibi da asporto e prodotti alimentari o pietanze che ci vengono recapitate a casa.
Prima dell’avvento dei frigoriferi casalinghi c’erano i commercianti del ghiaccio, dal primo dopoguerra fino a oltre la metà degli anni sessanta la vendita ambulante di frutta, verdura, carni, formaggi, pesce, vini, bibite, ecc. erano la normalità.
Poi il sistema distributivo è cambiato e si è concentrato dapprima sui negozi alimentari di vicinanza, che si moltiplicavano e offrivano una distribuzione capillare in diretta concorrenza con quella dell’ambulante, poi dagli anni settanta sono arrivati i supermercati che offrivano una scelta più ampia e l’esperienza d’acquisto del servirsi da sé, fino ad arrivare ai nostri giorni dove la distribuzione è strettamente legata alla ricettività e all’intrattenimento con i centri commerciali e gli annessi ipermercati o supermercati talmente estesi da far diventare l’esposizione stessa dei prodotti un veicolo di intrattenimento per il cliente.
Oggi tutto questo resta in piedi con le persone in fila e il contingentamento degli accessi, ma quello che manca e che mancherà per un tempo che oggi non siamo realmente in grado di stabilire sarà la componente ricettiva a scopo di intrattenimento, tipica non solo della distribuzione alimentare ma anche degli esercizi del canale ho.re.ca.
Con particolare riferimento al settore della ristorazione si può dire che il colpo è davvero basso, l’emergenza Covid 19 ha proprio messo in ginocchio questo settore e la ripartenza non permetterà la ripresa totale fino alla scoperta di una cura certa o un vaccino.
Quindi non è al momento possibile, e nella misura alla quale eravamo abituati, l’assembramento e la convivialità di cui da sempre godiamo quando ci rechiamo in un ristorante, una pizzeria, un bar, una mensa o in un qualsiasi locale di somministrazione di cibi e bevande.
Ecco che molte professionalità rischiano l’azzeramento e altre invece nascono, perché è nella nostra natura non fermarci mai e credendoci sviluppiamo sempre nuovi progetti per il futuro, correggiamo la rotta, adottiamo nuove soluzioni anche in un momento come questo dove l’orizzonte è non è visibile a causa di questa inaspettata tempesta perfetta.
In questo momento i ristoratori iniziano sempre più a valorizzare la cucina e a vederla da un altro punto di vista: quello della preparazione dei cibi, preparazione non più asservita alla ricettività, o perlomeno non solo in funzione delle persone attratte dai locali e dall’atmosfera che in essi si respira.
Oggi i cuochi, i preparatori, i pizzaioli, gli chef preparano i piatti, ricette e cibi concentrandosi ancora di più sulla qualità, sul gusto, sulla creatività e sarà questo che farà, come sempre, la differenza, differenza da distribuire mediante la vendita a distanza e la consegna dei cibi e delle pietanze a domicilio.
Oggi i ristoratori iniziano a vendere a distanza, a portare i loro concept, format e specialità a casa dei clienti; con la vendita a distanza e con il marketing della ristorazione con consegna a domicilio ne vedremo delle belle e assaporeremo il genio della creatività e della qualità dell’offerta ristorativa italiana, restando a casa magari anche dopo, quando potremo di nuovo affollare i ristoranti e i luoghi di intrattenimento. E speriamo che questo avvenga presto.
L’associazione Modus ha dato vita a Seller Plus, il programma di formazione operativa per la vendita a distanza e nell’ambito dell’iniziativa si segnala la sessione dal titolo “Food Moving” per i ristoratori che vogliono attivare anche questo canale di vendita e distribuzione a domicilio. Il corso insegna a creare format, a dare visibilità e a creare opportunità da offrire sia ai ristoratori ma soprattutto ai clienti.
Per ulteriori informazioni mettiti in contatto con la segreteria dell’Associazione Modus
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